Che il settore sanitario fosse uno di quelli più esposti al rischio di corruzione e agli appetiti di chi vuole arricchirsi indebitamente, è risaputo. La spesa sanitaria ammonta infatti a circa 110 miliardi di euro l’anno, di cui circa 35 miliardi per il personale e 23 miliardi per gli appalti, e lo strettissimo rapporto tra politica e amministrazione complica ulteriormente le cose.
Questa percezione ha trovato conferma nel rapporto 2016 Curiamo la corruzione, che dimostra quanto la corruzione sia ampiamente diffusa tra le corsie: il 37,2% delle strutture sanitarie italiane che hanno partecipato al sondaggio ha fatto registrare almeno un episodio di corruzione negli ultimi 5 anni e ammontano a circa 1 miliardo di euro i risparmi che si potrebbero ricavare dalle aziende sanitarie se le voci di spesa non direttamente legate alle cure (come pulizia, lavanderia o cancelleria) fossero gestite più efficacemente.
L’alto rischi di corruzione in sanità è anche un dato rilevante emerso dal servizio Allerta Anticorruzione – ALAC del partner di progetto Transparency International Italia. ALAC è una piattaforma online per la segnalazione, anche in forma anonima, di casi di corruzione da parte di tutti i cittadini che hanno bisogno di assistenza nella gestione della loro vicenda. Da quando il servizio è stato attivato a fine 2014, le segnalazioni in ambito sanitario si sono distinte rispetto alle altre, per il numero consistente innanzitutto, ma anche per la diffusione geografica su tutto il territorio nazionale e per la varietà di illeciti segnalati. Si va dalle irregolarità negli appalti alle nomine di parenti, amici o soggetti apparentemente non qualificati. Altri elementi di criticità sollevati da chi ha deciso di segnalare attraverso la piattaforma riguardano gli abusi legati alla posizione ricoperta dai dirigenti ospedalieri che comportano sprechi, attribuzione di bonus e benefit e assegnazioni di licenze, oltre ovviamente alla commistione tra professione pubblica e privata degli stessi medici. La possibilità infatti di operare contemporaneamente all’interno di strutture pubbliche e in cliniche private, nonché l’utilizzo delle stesse strutture pubbliche a fini privati attraverso accordi di licenza, crea delle aree di opacità, se non dei veri e propri abusi ai danni del servizio reso ai cittadini.
Sulla scia di quanto emerso con il servizio ALAC in questo settore, i partner di Curiamo la Corruzione hanno deciso di aprire attraverso questo progetto degli sportelli per le segnalazioni specifici per il settore sanitario. Questa iniziativa è dedicata alle 4 aziende sanitarie pilota che vogliono applicare strumenti efficaci, come il whistleblowing, per la lotta alla corruzione al loro interno: abbiamo dunque attivato dei portali online per i dipendenti di queste strutture, che possono così segnalare illeciti e irregolarità di cui sono a conoscenza. Grazie a questi portali operativi da aprile 2016 nelle strutture di Trento, Bari, Melegnano e Martesana e Siracusa, abbiamo già ricevuto 7 segnalazioni.