Per i dirigenti delle strutture sanitarie gli ambiti a maggior rischio di corruzione sono gli acquisti di beni e servizi(82,7%) e la realizzazione di opere (66,0%), segue- a distanza- l’assunzione di personale (31,3%)
Il 37,2% delle strutture sanitarie negli ultimi cinque anni ha fatto registrare un episodio di corruzione, che in circa un terzo dei casi non è stato affrontato in maniera appropriata.
Al primo posto, tra le misure ritenute più efficaci per contrastare la corruzione, i dirigenti segnalano la formazione e la sensibilizzazione del personale (51,8%), seguite dai maggiori controlli sulle procedure d’appalto (42,%)
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Il panorama, rispetto al 2015, è cambiato. Prima le tabelle di analisi erano molto diverse l’una dall’altra rendendone difficile la lettura e interpretazione, nonché la loro confrontabilità. Oggi le tabelle seguono uno schema di analisi più omogeneo.
Le criticità rilevate quest’anno sono altre: circa l’83 % degli enti si concentra sulla ponderazione del rischio nonostante la descrizione dello stesso arrivi soltanto al 58%.
Inoltre, il livello di analiticità dei numerosi processi che compongono le aree di rischio continua a essere basso (solo il 67% dei PTPC presenta l’analisi di più di 40 processi).
Ma un passo avanti sicuramente è stato fatto.
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Circa 1 Miliardo di euro di potenziali risparmi nelle Asl per voci di spesa non sono collegate all’efficacia delle cure
Dal 2009 lo spreco ingiustificato è diminuito in media del 4,4% annuo ma in proporzione alla spesa complessiva è rimasto pressoché costante
Fino al 30% della spesa per Pulizia, Lavanderia e Mensa potrebbe essere reso più efficiente e permettere di liberare risorse per una più efficace assistenza sanitaria
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